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Dal punto di vista geografico e naturalistico Norcia è
collocata nel punto di raccordo di due realtà paesaggistiche assai diverse ma
contigue: la Valnerina, ovvero il comprensorio della stretta valle fluviale
scavata dal fiume Nera e dai suoi affluenti, con le sue pendici montane scoscese
ricoperte di vegetazione a foglia caduca, e i Monti Sibillini, la zona montuosa
di origine tettonica caratterizzata da vette in grado di raggiungere e superare
i 2000 metri di altezza, con pendii erbosi o ricoperti da faggete, arrotondati
dalla azione glaciale e eolica, all'interno della quale si aprono vasti
altopiani carsici sfruttati per il pascolo di bovini e di greggi e ricchi di
specie floreali montane tra le quali l' artemisia, l'anemone, la genziana e il
giglio martagone.
I boschi che circondano la valle sono popolati dal
capriolo, dal gatto selvatico e dallo scoiattolo mentre negli anni passati,
grazie ad opere di ripopolamento, ha potuto fare la sua ricomparsa anche il
cinghiale. Nelle faggete di alta montagna sono segnalati alcuni piccoli branchi
di lupo appenninico, che vivono però in difficile equilibrio con la presenza
umana legata soprattutto alla pastorizia, ampiamente praticata nella zona. Rara
ma presente l'aquila reale, mentre sono relativamente frequenti le specie del
falco pellegrino, del picchio rosso e del picchio
muraiolo.
Nelle acque del Lago di Pilato, un piccolo bacino
lacustre dal livello variabile, alimentato dallo scioglimento nevoso, posto in
una conca glaciale in prossimità della cima del Monte Vettore, vive una specie
endemica di crostaceo: il Chirocefalo del
Marchesoni.
L'altopiano di Castelluccio di Norcia verso nord. A
destra il Monte Vettore e la catena dei Monti
Sibillini
I fenomeni carsici sono assai frequenti e in prossimità
del centro urbano, a ridosso delle mura cittadine, danno luogo a delle risorgive
localmente denominate Marcite, ovvero zone in cui l'acqua, raccolta e
ridistribuita attraverso un razionale sistema di canali, allaga in maniera
continuativa e controllata per lunghi periodi dell'anno ampie zone di terreno,
consentendo la raccolta di un fieno abbondante.
In alta montagna il fenomeno si manifesta con la presenza
di numerosi inghiottitoi che, soprattutto nella parte meridionale dell'altopiano
del Castelluccio, sono ben visibili per estensione e
morfologia.
L'altopiano del Castelluccio è costituito da un sistema di diversi bacini glaciali svuotatisi in era geologica in seguito ad una serie di sconvolgimenti tettonici. L'altopiano si sviluppa su una direttiva Nord-Sud per una lunghezza complessiva di circa 20 km e prende il nome dal piccolo centro abitato che occupa una delle sue sommità calcaree marginali. Il Pian Grande rappresenta l'altopiano di maggiore estensione (circa 15 km quadrati): ad esso si aggiungono degli altipiani minori (Pian Piccolo, Pian Perduto, Quarto San Lorenzo e il Pian dei Pantani). Nella tarda primavera l'altopiano è teatro di un particolare fenomeno naturale denominato Fioritura e dovuto appunto alla fioritura contemporanea di decine di specie floreali diverse che danno luogo ad un tappeto multicolre che ricopre tutta la valle.
Tracce di insediamenti umani nella valle risalgono al
Neolitico, mentre è testimoniata con certezza una presenza umana continuativa a
partire dal VIII secolo a.C. La fondazione della città risale probabilmente al V
secolo, per opera dei Sabini, che a Norcia, nella zona oggi identificata con il
toponimo di Capo la terra, collocano l'avamposto più settentrionale del
territorio da essi controllato. Probabilmente il nome Norcia deve essere posto
in relazione con il nome etrusco Northia della dea Fortuna
romana.
La conquista romana
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La città è conquistata dai Romani all'inizio del III secolo a.C., ottiene la cittadinanza romana nel 268 a.C., venendo aggregata alla tribù Quirina, ed è alleata di Roma nella guerra contro Cartagine. Diviene nel II secolo a.C. prima Prefettura e quindi Municipio nella IV Regione Sabina. Nella guerra civile che vede Ottaviano contrapposto ad Antonio Norcia si allea con quest'ultimo e ne condivide la sorte all'indomani della sconfitta patita ad opera del futuro primo imperatore. Publio Virgilio Marone cita Norcia del VII libro dell'Eneide, attribuendogli le origini di Ufente, alleato del re Turno contro i troiani. Con l'ascesa al potere dell'imperatore di origini sabine Vespasiano, nella seconda metà del I secolo d.C., Norcia, diviene la romana Nursia Valeria. La sua fama in questo periodo è legata ai prodotti della campagna, alla rigidità del clima (che le valse l'epiteto virgiliano di frigida), e a quella dei suoi figli più illustri (Nursina duritia), con il generale repubblicano Sertorio in prima fila e la madre dell'imperatore Vespasiano, Vespasia Polla. Nel 250, la città ospita il vescovo folignate san Feliciano che la converte al Cristianesimo e diventa sede di una importante diocesi già a partire dal IV secolo.
Il patrimonio artistico della cittadina nursina, seppur
ancora cospicuo ed interessante, risente tuttavia degli eventi sismici, spesso
catastrofici, che nel corso dei secoli hanno inferto ferite gravissime,
distruggendo monumenti importanti e tracce di un passato remoto che risale
all'epoca pre-romana. Sono del resto caratteristici, in gran parte del Centro
Storico, gli edifici bassi e con i muri perimetrali a scarpa, testimonianza
delle normative che furono adottate nella legislazione pontificia "ad hoc" dopo
il sisma del 1859, ove si raccomandavano costruzioni a
baracca.
Il fulcro artistico-monumentale della città ruota
certamente intorno alla sua piazza centrale dove, con una organizzazione di
sapore rinascimentale si concentrano gli edifici simbolo della identità
nursina:
* La Basilica di San Benedetto la cui costruzione originale, con la
splendida facciata gotica, il rosone e i fregi dei 4 evangelisti risale al XII
secolo. La tradizione vuole che sia stata costruita sui resti della casa natale
del santo ma più probabilmente nello stesso luogo sorgeva una basilica di epoca
romana andata successivamente distrutta.
* il Portico delle Misure, un mercato dei cereali al coperto, con le
misure di capacitá in pietra ancora ben visibili, edificato a ridosso della
basilica nel 1570.
* La Castellina, la residenza fortificata sede della prefettura e dei
governatori pontifici, edificata nel 1554 su disegno del
Vignola.
* La Cattedrale di Santa Maria Argentea, edificata sul sito occupato da
una pieve demolita nel 1554 per far posto alla Castellina, di cui rimane il
portale rimontato sul fianco sinitro, ospita alcune opere di autori fiamminghi e
un trittico murario del XVI secolo di Francesco
Sparapane.
* Il Palazzo Comunale, edificio risalente al XIV secolo, ampiamente
ristrutturato nel XIX secolo a causa dei danneggiamenti riportati negli eventi
sismici precedenti.
* Il monumento a San Benedetto da Norcia eseguito da Francesco Prinzi in
occasione del XIV centenario della nascita del
santo.
* Più decentrato rispetto alla Piazza San Benedetto, ma sempre di
notevole interesse artistico, è il complesso Monumentale di San Francesco la cui
costruzione risale al XIV secolo e che ospita oggi l'archivio comunale e la
biblioteca civica.
* Altro esempio di facciata gotica che ricalca la struttura della abbazia
patronale è rappresentato dalla Chiesa di Sant'Agostino, del XIV
secolo
* Il Tempietto, la costruzione storica più originale e meglio conservata
di Norcia, opera del 1354 del nursino Vanni della Tuccia. Nel medioevo era
chiamata Maìna, questa edicola in pietra, severamente classicheggiante nella
struttura, cui si contrappone un'anticlassica decorazione scultorea simile a
un'oreficeria longobarda, costituita da motivi zoomorfi, fitomorfi,
antropomorfi, geometrici, simbolici, esoterici.
* Nei pressi della Porta Ascolana il Criptoportico ospita alcuni reperti
archeologici rinvenuti in zone diverse della città ed appartenenti
principalmente alla civiltà sabina.
* All'esterno della cinta muraria sono numerosi i monumenti di un certo
interesse artistico. La Madonna Bianca, nei pressi della località denominata
Forca d'Ancarano, è una costruzione pregevole risalente al XV
secolo.
* In località Campi risulta molto interessante la parrocchiale di
Sant'Andrea, all'interno del centro abitato con la sua architettura originale e
funzionale e il suggestivo loggiato aereo di pianta triangolare che la
caratterizza.
* Sempre nei pressi della frazione di Campi è da visitare la pieve di S.
Salvatore con i due rosoni e i due portali di epoche
diverse.
* A 12 km dal centro abitato, nei pressi della frazione di Savelli, sono
visibili i ruderi consolidati e restaurati, unitamente ai superstiti affreschi,
della Madonna della Neve, una elegante costruzione a pianta ottagonale,
edificata su disegni del Bramante, andata pressoché distrutta nel corso del
sisma del 1979.
* Nei pressi della frazione di San Pellegrino sorge il convento di Santa Maria di Montesanto, un edificio del XIV secolo eretto dai frati Clareni ed affidato via via nel corso dei secoli a diversi ordini religiosi, sino all'inizio del secolo scorso, da quando giace abbandonato. Il convento, in pessimo stato di conservazione, possiede un pregevole chiostro interno, una chiesa attigua con alcune tele del XVII secolo ed una statua lignea di Madonna con bambino risalente al XIV secolo, oggetto di particolare devozione da parte della popolazione.
* 6 gennaio: Festa delle Pasquarelle. Rinnovando la tradizione cristiana
della Epifania e in relazione con altri riti simili che si svolgono nello stesso
giorno dell'anno nel resto d'Europa, i Pasquarellari, un gruppo di persone al
suono di tamburelli e piccoli strumenti a percussione, vanno di casa in casa
dove, con canti in dialetto nursino (Pasquarelle) viene annunciata la nascita
del Messia.
* 17 gennaio: Sant'Antonio Abate. Benedizione degli animali, del sale e
del grano con sfilata nelle vie della città e successiva asta delle
agnelle.
* 21 marzo: San Benedetto. In occasione della festa del santo fondatore
del monachesimo occidentale una fiaccola, che ha precedentemente viaggiato per
diversi paesi europei, giunge finalmente a Norcia. La fiaccola simboleggia la
diffusione della regola benedettina in tutti i paesi del
continente.
o Corteo storico in costume e cerimonia della Offerta del Pallio da parte
dei 27 castelli in cui un tempo era organizzato e suddiviso il territorio della
città.
* Venerdì di Pasqua: Processione del Cristo morto lungo le strade e a
ridosso delle mura della città.
* 30 aprile: Piantamaggio. Rito ancestrale della fertilitá e del
risveglio primaverile. Un albero di pioppo, privato della corteccia, adornato di
una fronda e generalmente della bandiera nazionale, viene piantato nottetempo
nella piazza del paese, in un clima di festa e di grande
convivialitá.
* 9 dicembre: Festa dei Fauni. Nelle campagne circostanti la città, una
volta sopraggiunta la notte, al suono di organetti e al canto di stornelli in
dialetto nursino, si dà fuoco a delle pire (Fauni) di ginepro per celebrare la
ricorrenza della Madonna di Loreto. I fuochi, nella tradizione popolare,
illuminano il cammino degli angeli che dalla Terra Santa portano in salvo a
Loreto la casa della Vergine. In realtà la festa ha origine pagane e si
ricollega ai riti della luce che, al sopraggiungere del solstizio di inverno,
sono comuni in diverse culture europee.
* San Benedetto da Norcia